Il leader di quella che era considerata, fino a poco tempo fa, una delle squadre di calcio meglio gestite al mondo si è dimesso in un anonimo ultimo venerdì di marzo. Dopo venti anni, Arsene Wenger ha lasciato l’Arsenal.
L'allenatore francese ha trascorso 22 anni al timone. Studi universitari di economia alle spalle, che sono poi tornati utili a Londra, dove è riuscito a rendere ancora più forte e più ricco il club, anche attraverso un nuovo modo di gestire una squadra di calcio sotto il profilo tattico, tecnico e, appunto, economico.
Nessuno contesta il suo impatto sul gioco. Sotto la sua guida, la squadra ha vinto tre titoli della Premier league, oltre a piazzarsi tra le prime quattro per due decenni e per sei volte secondo. E il tutto senza accumulare ingenti montagne di debiti, come invece stavano facendo gli altri club. La squadra gestita da un’esperto di economia cominciò, così, a registrare profitti che si sono poi rivelati per Wenger con un sapore agro-dolce.
Nel corso degli anni, infatti, la parte finanziaria è diventata preminente. Nelle tre stagioni terminate nel 2016, i club della Premier hanno generato utili operativi per 1,6 miliardi di sterline, più del totale delle precedenti 16 stagioni messe insieme. Wenger pensava che l'afflusso di fondi esteri nel calcio inglese fosse una fase transitoria verso un altro nuovo mondo: invece si sbagliava. E rispetto a questo bisognerà ora vedere quanto i valori lasciati da Wenger continueranno a essere utili alla causa o se, oppure, saranno classificati nei libri di storia. Una bella storia.
Wenger, 69 anni, ha avuto un enorme successo, ma la sua rapida discesa agli inferi è un promemoria su quanto velocemente le industrie possono cambiare - e su come anche le fortune di un grande leader possono mutare se non cambia insieme a loro.
La voce di quoted
Di Arsene Wenger sono state celebrate le eterogenee capacità professionali. Ha introdotto nuovi metodi di allenamento e cambiato radicalmente le abitudini nutrizionali dell'Arsenal. E ha soprattutto vinto e gestito il club da vero manager. Ma Wenger è riuscito anche in un’altra impresa: dare una speranza all’Africa e ai suoi giocatori, prima che diventasse di moda farlo. Nei suoi 22 anni trascorsi a Londra, Wenger ha ingaggiato 16 africani provenienti da nove diversi paesi. Ecco perché Arsene è stato il principale argomento di tendenza su Twitter in Nigeria, Kenya e Sud Africa subito dopo il suo annuncio. Il più grande successo di Wenger in questo senso è George Weah, ora presidente della Liberia. Nel 1988 Wenger lo portò nel campionato francese prelevandolo da un piccolo club in Camerun. Sette anni dopo, Weah vincerà il premio Fifa World Footballer of the Year, l'unico africano a riuscirci fino ad ora.