E, dopo il fallito colpo di stato, ha modificato la Costituzione, accentrato i poteri su di se e nominato membri della sua famiglia al governo. Poi un altro, ennesimo, giro di vite sui media. Fino a raggiungere un record: la Turchia è il paese al mondo con il maggior numero di giornalisti incarcerati.
Un mix che ha inevitabilmente portato un paese da 80 milioni di abitanti verso una profonda crisi economica, oltreché sociale e politica. Eppure la Turchia potrebbe giocare un ruolo chiave nello scacchiere globale.
Invece per Erdogan è probabilmente arrivato il sapore dell’ultima spiaggia: terminare il processo di islamizzazione eliminando i curdi. Quello che sta infatti facendo il presidente turco è una vera e propria “sostituzione etnica”. Il che significa spingere centinaia di migliaia di profughi verso l’Europa o verso l’inferno.
Erdogan sembra ormai entrato in una spirale alla quale ha deciso di legare per sempre il suo destino a quello del suo paese. Persino l’amico Vladimir Putin gli ha chiesto di fermarsi. Intanto gli Stati Uniti hanno definitivamente abbandonato l’area. Eppure entrambi, Turchia e Stati Uniti, sono alleati Nato. E sull’embargo di armi da parte dell’Ue Ankara risponde: “Non ci fermiamo lo stesso”.
E per i curdi cala la notte.