Gas, in Europa ora è troppo

In Spagna tocca respingere le metaniere. I rigassificatori sono intasati, gli stoccaggi stracolmi e l’economia è in calo (il che signfica che l’industria consuma sempre meno). Così il prezzo del gas crolla. Ma è una situazione che probabilmente non durerà a lungo.

Gas, ora è troppo

L’Europa ha fatto il pieno di Gnl, al punto che la Spagna – dove si concentra il 40% della capacità di rigassificazione del continente – teme di dover presto respingere le metaniere in arrivo: impossibile scaricarle, perché i terminal sono troppo intasati. E comunque non si sa più dove mettere il gas, non solo per colpa delle pipeline inadeguate, che isolano la penisola iberica.

“C’è poco spazio per assorbire le importazioni in eccesso”, ha riconosciuto la spagnola Enagas. I rigassificatori sono intasati, gli stoccaggi stracolmi e l’industria consuma sempre meno. Così il prezzo del gas crolla. Si potrebbe sintetizzare così la situazione: luci e ombre. E il problema, evidentemente, non costituisce un grattacapo soltanto per Madrid.

Stando così le cose, entro la fine dell’anno l’Ue tra fornitori alternativi e minor consumi avrà sostituito 115 dei 155 miliardi di metri cubi di gas che nel 2021 aveva ricevuto da Mosca. Tuttavia, in caso di un inverno rigido o di riduzioni delle forniture (da Mosca o altri paesi), gli approvvigionamenti di gas sarebbero insufficienti per evitare forti razionamenti già evidenti nelle industrie energivore europee.

L’Ue potrebbe correre ai ripari acquistando a prezzo maggiorato Gnl inizialmente destinato al mercato asiatico. Ma i prezzi del gas tornerebbero appunto a impennarsi, spingendo verso l’alto l’inflazione che oggi vola intorno al 10%, ovvero una percentuale più che doppia rispetto all’aumento dei salari europei (4,4%) nell’ultimo trimestre. Insomma, il rischio è che scioperi come quelli di questi giorni in Francia diventino l’abitudine. La risposta non può certo essere un tardivo ‘mini price cap’.

Volendola dire tutta, fissare un tetto al prezzo del gas a livello europeo avrebbe avuto forse un senso se deciso la scorsa primavera quando gli acquisti europei erano particolarmente elevati in termini di volume. Anche se forse può sembrare controintuitivo, sarebbe meglio concentrarsi ora sulla prossima primavera, quando il grande ‘freddo’ sarà passato ma gli stoccaggi saranno praticamene vuoti.

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