L’Italia resta fuori dalla top ten nella classifica dei brevetti internazionali depositati all’European patent office (Epo). Nel 2022 si conferma all’11esima posizione con 4.864 invenzioni.
A livello mondiale l’Italia genera il 2,5% dei nuovi brevetti (soprattutto in tre ambiti: packaging, meccanica e farmaceutica) ed è staccata dal podio composto da Stati Uniti (con il 25 per cento del totale), Germania (13) e Giappone (11). Più vicini al nostro Paese, in termini percentuali, sono la Svezia, decima con il 2,6, e il Regno Unito, al nono posto con il 2,9.
La Cina è quarta nel mondo, potendo contare sul 10 per cento delle invenzioni, ma i depositi di Pechino sono cresciuti del +15,1 per cento nel 2022 e sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni.
C’è chi sale e c’è chi scende. In totale l'Ufficio europeo dei brevetti ha ricevuto 193.460 domande nel 2022. A livello nazionale, il Giappone e la Germania sono in declino, gli Stati Uniti rimangono al primo posto, ma il salto sull’innovazione lo fa la Cina.
E non è un salto nel vuoto. Le imprese che brevettano hanno più probabilità di aumentare la propria crescita. Un volano per i conti aziendali, ma anche per chi ci lavora. Secondo una ricerca dell’Epo, le imprese che fanno un uso intenso di brevetti innovativi garantiscono retribuzioni decisamente più alte rispetto a quelle che non brevettano.