In Germania il 20% di chi lavora nella ricerca scientifica arriva dall’estero. Allo stesso tempo, il 20% dei ricercatori tedeschi sono emigrati. Anche in Francia il bilancio è più o meno in equilibrio. In Belgio e nel Regno Unito il numero di coloro che arrivano da altri paesi supera abbondantemente quelli che lasciano la loro patria.
In Italia invece per ogni ricercatore che attiriamo dall’estero, ce ne sono almeno 4 che si danno alla macchia in un contesto nel quale coloro che sono in possesso di un dottorato non abbondano: appena lo 0,5% della popolazione in età lavorativa può esibire il titolo. Ben al di sotto dei valori di Francia (0,9) e Germania (1,4). Tra i paesi Ocse, peggio di noi fanno soltanto Turchia, Lettonia e Messico.
Negli Usa è tutta un’altra musica: per ogni ricercatore che se ne va, ne arrivano almeno 7 dall’estero dando forma così al più grande furto globale, assolutamente legale, di cervelli della storia umana. D’altronde, senza gli ingegneri indiani sarebbe mai esistita la Silicon Valley?