Dalla metà degli anni ‘90, la crescita della produttività nell’Europa meridionale è stata inferiore rispetto a quella di altri paesi sviluppati. Tra il 1995 e il 2015, la produttività è cresciuta dello 0,1% l’anno in Italia e Spagna, e dello 0,5% in Portogallo, mentre è salita dell’1,1% in Germania e dell’1,4% negli Usa.
L’ampliarsi della divergenza dell’Europa del Sud coincide con la diffusione massiccia delle tecnologie dell’informazione (IT), ovvero uno dei principali volani della crescita della produttività nelle principali economie. E allora perché nei paesi dell’Europa meridionale la rivoluzione informatica ha prodotto pochi progressi?
L’adozione delle IT richiede cambiamenti nell’organizzazione aziendale. Tuttavia, le imprese del Sud Europa hanno prestazioni peggiori in termini di efficienza gestionale. Ecco allora che con l’avvento della rivoluzione informatica le pratiche di management inefficienti hanno iniziato a essere un freno alla crescita della produttività. Un management inefficiente riduceva il livello del reddito e di produttività del Sud Europa già prima della rivoluzione informatica, che ha poi amplificato il gap.
“Il risultato è che la rivoluzione informatica ha aumentato la produttività dell’11,1% in Germania, del 5,9% in Italia, del 2,5% in Spagna e del 3,4% in Portogallo tra il 1995 e il 2008 – spiegano Fabiano Schivardi e Tom Georges Schmitz sul sito lavoce.info -. La divergenza è principalmente causata da inferiori incrementi di produttività a livello aziendale derivanti dall’adozione delle IT”.
Il problema è quindi come migliorare le pratiche manageriali. E in tal senso un fattore importante è l’assetto proprietario delle imprese, che in Italia e specialmente nel Mezzogiorno è perlopiù a conduzione familiare.