Ha le dimensioni di un granello di polvere e dispone di un voltaggio pari a 1,6 Volt. La nuova batteria con la tecnologia dei ‘nano-bio-supercapacitori’ nasce grazie al lavoro di tre poli di ricerca nella città tedesca di Dresda: l’Università tecnologica di Chemnitz, IFW Dresden e IPF Dresden guidati dal Oliver G. Schmidt.
Il risultato è significativo non solo per la dimensione, ma anche perché sono pienamente bio-compatibili. Sono cioè studiate per poter alimentare microsistemi autonomi da usare nel corpo umano senza provocare alcuna reazione negativa.
La ricerca svolta a Dresda ha dunque trovato una soluzione per costruire nuovi tipi di micro batterie utilizzando materiali biocompatibili e che possono essere miniaturizzati diventando così uno strumento importante per lo sviluppo di microscopiche apparecchiature medicali.
Questi bio-supercapacitori microscopici hanno, infatti, lo scopo di fornire una fonte di alimentazione stabile compatibile con i requisiti necessari per alimentare apparecchi dedicati alla salute umana: impianti intravascolari e sistemi microbiotici che possono arrivare (e operare) in aree all’interno del corpo umano difficilmente raggiungibili.
Nello studio, presentato su Nature Communications, viene ipotizzato, ad esempio, un sensore integrato con la micro batteria capace di misurare i valori del Ph del sangue all’interno del sistema circolatorio. Il che permetterebbe ad esempio di individuare lo sviluppo di alcuni tipi di tumore nelle sue prime fasi.
C’è inoltre un altro aspetto. L’ambiente stesso fornisce un vantaggio a queste batterie, aumentando la conduttività e prevenendo l’autoscarica. Sono cioè l’ambiente del corpo umano e le sue reazioni bio-elettrochimiche ad aiutare le batterie, aumentando l’efficienza fino al 40%. Le nanotecnologie, infatti, sono capaci di sfruttare sia le reazioni di ossidoriduzione enzimatiche che la presenza di cellule viventi nel corpo per funzionare meglio.