Siamo proprio sicuri che, per quanto riguarda le auto elettriche, tutto ciò appare evidente o addirittura ovvio, sia anche vero? È così sicuro che un forte aumento di questo tipo di veicoli determinerebbe enormi benefici in fatto di pulizia dell'aria che respiriamo?
Un rapporto elaborato da Jonathan Lesser, presidente della società di consulenza economica e normativa Continental Economics ha sollevato il coperchio su ciò che nessuno voleva vedere. L'auto elettrica non apporterà, in termini globali, nessun abbattimento dell'inquinamento ma, questo sì, un forte aumento delle tariffe elettriche e un vantaggio per i cittadini più ricchi.
Certo se compariamo un'auto elettrica con una vecchia auto con tradizionale motore a combustione il vantaggio ambientale è ampiamente a favore della prima. Ma qui sta il primo errore. Dobbiamo compararla con una a benzina di ultima generazione, che emette l'1% di sostanze nocive rispetto a un'auto degli anni 60. E l'innovazione tecnica continua a galoppare.
E c'è un secondo grave errore, e cioè dimenticare che le ricariche delle batterie non provengono dal nulla, ma sono sottratte alla rete elettrica nazionale, a sua volta alimentata ancora in gran parte da combustibili fossili.
Basandosi sulle proiezioni statistiche ufficiali della U.S. Energy Information Administration (EIA), da qui al 2050, c'è un vantaggio tra veicoli con motore a combustione e auto elettriche, in termini di inquinanti, e cioè anidride solforosa, ossidi di azoto, particolato e CO2, di solo lo 0,5%.
Un po' poco per giustificare l'enorme mole di sovvenzioni, sussidi e incentivi pagati da tutti i contribuenti, ma a vantaggio dei costruttori di auto (per Tesla hanno significato 860 milioni di dollari di utile in tre anni) e degli acquirenti, che – già abbienti per potersi permettere vetture così costose - godono di forti sconti all'acquisto.