Il sistema del bike sharing a flusso libero, quello in cui le bici possono essere prese e lasciate ovunque senza stalli fissi utilizzando come unica chiave il proprio smartphone, sta rivoluzionando i trasporti pubblici in tutto il mondo. Questa tecnologia è sempre più presente nei 18 milioni di bici in condivisione in 1.608 città.
Il motore di questa innovazione è la Cina, dove hanno sede le due aziende leader del settore a livello globale: da un lato Ofo, supportata dal colosso dell’e-commerce Alibaba e con 10 milioni di bici; dall’altro Mobike, finanziata dalla Tencent Holdings, presente in 100 città tra le quali Manchester e Berlino.
Dal punto di vista della gestione, lo schema del bike sharing a flusso libero è più economico da gestire rispetto a quello tradizionale basato sulle stazioni: a Londra la tipica struttura di noleggio con capacità di 25 biciclette costa circa 100 mila sterline per l’installazione e la manutenzione. Inoltre, spostare la tecnologia di blocco/sblocco direttamente sui mezzi a due ruote consente di distribuirle più rapidamente.
Un’app sullo smartphone diventa la chiave di tutto: attraverso il GPS è possibile localizzare le bici disponibili, prenotarle, sbloccarle e, al termine dell’utilizzo, concludere il noleggio. Tutta la tecnologia necessaria è alimentata da una batteria, che si ricarica con una dinamo mentre i clienti pedalano.
Gli investimenti nel settore, secondo quando riportato dalla società di San Francisco Crunchbase, stanno crescendo in maniera esponenziale: se nel 2016 ammontavano a 290 milioni di dollari, nel 2017 la cifra è salita a 2,6 miliardi di dollari.
Intanto anche le società di car sharing hanno fiutato l’affare e vogliono espandersi nel mercato delle due ruote in condivisione, in vista di future sinergie: ad aprile Uber ha acquistato la start-up newyorkese Jump Bikes, pagandola quasi 200 milioni di dollari stando a quanto riporta Techcrunch. La rivoluzione della bici continua.