Dal 21 dicembre 2023, mezzo milione di abitanti della città di Montpellier, nel sud della Francia, e dei suoi dintorni non sono più tenuti a pagare il biglietto o a sottoscrivere abbonamenti per fruire dei trasporti pubblici. Lo stress (da traffico) si riduce e l’ambiente ci guadagna.
Ma è davvero gratis? Il sistema di trasporto pubblico è ora finanziato attraverso un’imposta sui salari del 2 per cento, che circa 2.500 aziende che impiegano 11 o più dipendenti di Montpellier applicano alle buste paga dei propri lavoratori. Complessivamente la misura costa 30 milioni di euro l’anno (rispetto a un bilancio municipale di 1 miliardo di euro).
“Come ogni servizio pubblico, anche questo è uno strumento di redistribuzione del reddito”, secondo Fady Hamadé, economista e direttore del think tank Institute of Environmental Resources and Sustainable Development Economists con sede proprio a Montpellier.
“Innesca una serie di esternalità positive. Riduce le emissioni di CO2 e l’inquinamento della città. Sembra anche portare all’apertura di nuovi negozi e ad una maggiore diversità sociale nel centro della città, poiché è più facile per le persone spostarsi”, ha aggiunto Hamadé.
Ma c’è chi teme che tale iniziativa possa far dissuadere alcune aziende ha aprire una sede a Montpellier, in un’area peraltro dove si registra un tasso di disoccupazione pari al 9,6 per cento nel 2023, circa due punti sopra la media nazionale.