Nissan non venderà più auto diesel in Europa. La casa automobilistica giapponese ha preso la decisione alla luce delle severe normative ambientali imposte da Bruxelles e punta ora a concentrare le risorse sullo sviluppo dei veicoli elettrici.
L’obiettivo è far sì che la metà delle sue nuove vendite siano rappresentate da veicoli elettrici entro il 2025. Per riuscirci sta rafforzando le alleanze con Renault e Mitsubishi.
Il crollo delle vendite nell’Ue, in seguito al diesel-gate del 2015 targato Volkswagen, indurrà probabilmente altri gruppi a fare la medesima scelta. Toyota ha già annunciato che abbandonerà i motori a gasolio a marzo.
In realtà le case automobilistiche nipponiche, scettiche sin dall’inizio, non hanno mai investito ingenti risorse sulle motorizzazioni diesel, che invece rappresentano una colonna portante per i produttori tedeschi (VW, Bmw, Daimler).
Nissan ha venduto 128.456 auto a gasolio nell’Ue l'anno scorso, circa il 16% del suo totale nel Vecchio Continente. La quota scende al 10% per Toyota. Nulla a che vedere con il 65% di Bmw.
C’è, poi, chi ha deciso di ritirarsi non soltanto dall’Europa, ma anche dall’Australia, a partire dal 2020: per Subaru, tuttavia, non è stata una scelta spontanea. La casa automobilistica è caduta al centro di uno scandalo ad aprile per aver falsificato i dati sulle emissioni dal 2002. "Mi scuso dal profondo del mio cuore per aver causato così tanta preoccupazione", aveva detto il presidente di Subaru, Yasuyuki Yoshinaga. Sarà, ma non lo aveva fatto desistere neanche la grave vicenda che aveva coinvolto Mitsubishi nel 2016, colpevole anch’essa di aver falsificato i dati sulle auto.