Ford ha annunciato una “rivoluzione”. Sta mettendo a punto un piano industriale che causerà migliaia di licenziamenti negli stabilimenti localizzati in Europa. L’obiettivo del costruttore statunitense è concentrarsi sui modelli più redditizi e puntare maggiormente sulle auto elettriche.
La decisione è parsa inevitabile a fronte dei dati sul 2018: sono diminuiti dell’82% in 12 mesi gli utili di Ford Europa, che nel veccho continente ha 54 mila dipendenti, dei quali 13 mila nel Regno Unito (dove sono fabbricati i motori) e gli altri sparsi tra Belgio, Francia, Germania, Francia, Romania, Russia, Spagna e Turchia.
La notizia giunge in concomitanza con quella diffusa da un altro big player dell’automotive, il primo produttore di auto nel Regno Unito. Jaguard Land Rover, che è di proprietà del conglomerato indiano Tata, ha registrato una perdita lorda di 90 mln di sterline nel terzo trimestre del 2018, un’inversione significativa rispetto all'utile di 385 mln rilevato nello stesso periodo dell'anno precedente.
JLR ha così deciso di licenziare 4.500 addetti su 40 mila impiegati nel Regno Unito (altri 1.500 sono stati tagliati nel 2018). La riduzione della forza lavoro fa parte di un piano di riduzione dei costi da 2,5 miliardi deciso nei mesi scorsi dai vertici del Gruppo.
In entrambi i casi, Ford e JLR, ricorrono due cause: la flessione delle vendite in Cina, il primo mercato di auto al mondo, e le preoccupazioni sulla competitività nel Regno Unito dopo la Brexit. L’uscita dall’Ue è un nodo in verità che pesa soprattutto per JLR. Nel luglio dell'anno scorso, il costruttore di auto aveva lanciato un monito: una Brexit senza accordo costerebbe all'azienda ogni anno più di 1.2 miliardi di sterline di utili.
C’è, poi, un terzo fattore che pesa in modo rilevante ma specialmente per JLR: il crollo delle vendite dei motori a gasolio (in seguito al diesel-gate) che costituiscono il 90% delle auto vendute dal marchio britannico. Come per Ford, non gli resta che puntare sull’elettrico.