Jean-Baptiste Djebbari è il segretario di Stato ai Trasporti. È stato lui a replicare al sindaco di Lione, l’ecologista Grégory Doucet uscito vincitore dalle elezioni amministrative dei giorni scorsi, che aveva esordito bocciando la Tav: “È un’opera inutile”.
Fra Torino e Lione “esiste già un'infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire – ha accusato Doucet -. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale, mentre ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l’attività. Ma è assurdo”. A suo avviso valorizzare l’attuale tratta sarebbe “sufficiente per i treni che vi devono circolare”.
Ma a decidere sul futuro dell’opera non sarà lui, ma i governi italiano e francese insieme all’Ue, ai quali il primo cittadino di Lione non rinuncia a inviare un messaggio chiaro: “Non bisogna insistere su un progetto sbagliato. È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav”.
L’opera è stata recentemente oggetto di critiche anche da parte della Corte dei Conti europea, che ha evidenziato problemi sotto tre aspetti: l’analisi costi-benefici che appare sfavorevole, il suo forte impatto ambientale e il mancato coinvolgimento delle popolazioni locali.