Musk vuole portare Tesla via da Wall Street. Con l'aiuto dei Sauditi?

Il fondatore del produttore di auto elettriche vorrebbe delistare l'azienda. Voci sull'ingresso nell'azionario di un fondo dell'Arabia Saudita

Musk vuole portare Tesla via da Wall Street. Con l'aiuto dei Sauditi?
Elon Musk

Tesla ancora al centro dell’attenzione. Il 7 agosto le azioni del produttore di auto elettriche sono state sospese dalle contrattazioni dopo che il fondatore e azionista, Elon Musk, ha annunciato a sorpresa di valutare il delisting dell'azienda – toglierla dalla Borsa di Wall Street - attraverso l'acquisto dei titoli in circolazione a 420 dollari ciascuno, precisando che i finanziamenti per l’operazione sarebbero già "garantiti".

Il delisting di Tesla sarebbe una delle maggiori operazioni di leverage boyout della storia e non è chiaro come Musk, che ne controlla il 20%, possa riuscire a raccogliere i 66 miliardi di dollari per realizzarla. Un eventuale acquisto dei titoli valuterebbe Tesla 82 miliardi di dollari, debito incluso. 

L'obiettivo, ha poi spiegato il fondatore della casa automobilistica in un'email inviata ai dipendenti, è quello di "fare in modo che la società possa lavorare al meglio". Cosa che al momento non è possibile perché "essendo quotati, siamo soggetti a oscillazioni selvagge del prezzo delle azioni e questo può essere una grande distrazione per tutti coloro che lavorano in Tesla, dal momento che ne sono anche azionisti".

Musk ha, poi, aggiunto che la presenza a Wall Street obbliga la società a pubblicare trimestralmente i bilanci, cosa che esercita un'enorme pressione su Tesla. Nella visione di Musk ciò "costringe a prendere decisioni che potrebbero essere giuste nel breve periodo ma non necessariamente a lungo termine".

Musk si augura che tutti gli azionisti restino nella società, aggiungendo che non è nelle sue intenzioni fonderla con Space X (altro progetto del fondatore di Tesla), ne' aumentare la propria partecipazione - attualmente al 20% - nel Gruppo. 

A movimentare ulteriormente i titoli Tesla, che dopo essere stati riammessi alle contrattazioni hanno concluso con un rialzo dell'11% a 379,5 dollari, alcune voci secondo cui un fondo saudita avrebbe acquistato una quota del 3-5%, che ai prezzi attuali vale 1,7-2,9 miliardi di dollari.

Anche se l'intervento medio-orientale fosse confermato, il futuro di Tesla resterebbe comunque incerto. Negli ultimi anni, infatti, Tesla è stata spesso oggetto di critiche da parte degli analisti per la propria incapacità di generare profitti. E proprio per questo motivo le banche statunitensi non hanno accolto con grande favore l’idea di Musk.

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