Nonostante la ripresa dell’economia e una serie di record nella crescita dell'occupazione, la mobilità interna degli Stati Uniti continua a diminuire. In altre parole, i cittadini a stelle e strisce sono sempre meno disponibili a trasferirsi da una contea all’altra. Una forza lavoro meno mobile riflette una popolazione che invecchia e le difficoltà che devono affrontare i più giovani.
Nel 2017 il tasso di mobilità interna è sceso all'11 per cento. Il dato assume rilevanza se si pensa che nel 1985 era pari al 20 per cento. Per decenni, infatti, alti tassi di mobilità hanno distinto gli Stati Uniti da altre economie sviluppate, come quelle europee e giapponese.
Il declino della mobilità è dovuto a un mercato del lavoro meno dinamico e fluido, ma anche a fattori sociali e demografici. A ciò occorre aggiungere che negli ultimi decenni il tasso di creazione di nuovi posti di lavoro da parte delle imprese è diminuito e, allo stesso tempo, è aumentato il ritmo di eliminazione di alcune posizioni.
Seppur la situazione sia critica, emerge comunque un segnale incoraggiante nei dati: anche se la mobilità tra le contee è scesa al minimo storico, quella tra gli Stati federali è leggermente aumentata rispetto al 2016.