È il mese di giugno del 2010. Un’azione vale 17 dollari. Parliamo di Tesla, l’azienda californiana di auto elettriche, creata nel 2003, che ha impiegato 5 anni per produrre il suo primo modello e 7 per quotarsi a Wall Street.
Il primo luglio scorso, il valore è salito a 1.119,63 dollari – oltre il 4.000% di crescita – portando la capitalizzazione a 209 miliardi, e superando persino la prima della classe a livello mondiale (Toyota).
E il titolo continua a correre: il 22 luglio scorso, alla seconda trimestrale dell’anno in utile (e quarta di seguito) nonostante gli effetti della pandemia, l’azione Tesla è schizzata a 1.650 dollari per 300 mld di capitalizzazione.
Toyota vende in un anno 10,5 milioni di veicoli, Tesla neanche 400 mila. Quello che impressiona gli investitori è il ritmo di crescita dell’azienda statunitense e il fatto di operare in un settore (l’elettrico) ad alto potenziale di sviluppo.
E non è finita qui. Il manager, 49 anni di cui 17 da ceo di Tesla, ha annunciato che il prossimo 15 settembre dovrebbe presentare agli investitori una nuova batteria da “un milione di miglia”, l’accumulatore per auto elettriche più longevo della storia.