Un sistema composto di gigantesche antenne paraboliche, che rilasciano forti emissioni elettromagnetiche e che, pertanto, potrebbero avere ripercussioni sull'ambiente e sulla salute delle persone. Una di queste antenne si trova dal 2014 in un paese al centro della Sicilia, Niscemi, all'interno di una riserva naturale di alberi di sughero, la Sughereta.
La Naval Radio Transmitter Facility di Niscemi trasmette le comunicazioni delle forze di superficie, sottomarine, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communications and Intelligence) della Marina militare Usa. Come previsto dall’Accordo tecnico tra il Ministero e il Dipartimento della difesa degli Usa siglato nel 2006 si tratta di un'infrastruttura ad uso esclusivo delle forze armate di Washington. Non è tutto qui. A 60 km da Niscemi si trova la base statunitense di Sigonella, divenuta la capitale mondiale dei droni. Aerei spia teleguidati, attualmente usati per missioni di monitoraggio ma che possono anche trasportare bombe e coprono tutta l'area mediterraneo sino ai confini sud-est dell'Europa. Da Sigonella i droni ricevono comunicazioni e ordini.
Ora che gli Usa si sono ritirati dal trattato sul nucleare (Inf), la centralità del Mediterraneo aumenta e la Sicilia (come anche la Sardegna) ospita numerose basi militari di importanza strategica. Non solo Niscemi e Sigonella, ma anche il porto di Augusta, in cui stazionano sommergibili nucleari della marina statunitense, l'aeroporto di Trapani e numerose installazione radar, come ad esempio quelle di Lampedusa. Il rischio è che, oltre a ricoprire lo scomodo ruolo di regista dei potenziali conflitti Usa, la Sicilia diventi un possibile bersaglio.