Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha concluso sabato la sua visita in Cina esortando gli Stati Uniti a smettere di “incoraggiare” la guerra in Ucraina. “Gli Stati Uniti devono iniziare a parlare di pace. L’Ue deve iniziare a parlare di pace”, ha detto il leader della prima economia dell’America Latina ai giornalisti a Pechino. In questo modo la comunità internazionale potrà “convincere” il presidente russo Vladimir Putin e il quello ucraino Volodymyr Zelensky che “la pace è nell’interesse del mondo intero”, ha aggiunto.
La visita di quattro giorni di Lula ha incluso anche un incontro con il suo omologo cinese Xi Jinping e ha visto la firma di 15 accordi che coprono numerose aree: dalla tecnologia satellitare all’economia digitale, dalle energie rinnovabili all’industria automobilistica e all’agroalimentare. I numeri confermano l’importanza dei rapporti bilaterali tra Pechino e Brasilia. La Cina ha superato gli Stati Uniti come principale partner commerciale del Brasile nel 2009 e, oltre ad essere il principale destinatario di investimenti cinesi in America Latina, è un mercato importante per la soia, lo zucchero, la carne bovina, il minerale di ferro e il petrolio greggio del Paese.
Alcuni analisti ritengono che la cooperazione economica tra i due paesi potrebbe aiutare la Cina a rispondere meglio al rischio di disaccoppiamento con gli Stati Uniti e altri paesi occidentali. Secondo Wang Yong (Università di Pechino), il loro “modo di costruire una nuova relazione cooperativa e reciprocamente vantaggiosa” sta inviando un segnale alle altre economie emergenti del mondo.
A proposito di segnali, i due leader hanno affrontato anche lo scottante tema della sfida al dominio internazionale del dollaro statunitense. Meno di due settimane prima della visita di Lula, Cina e Brasile hanno svelato un accordo per commerciare utilizzando le proprie valute anziché il biglietto verde. E durante una visita alla New Development Bank di Shanghai – un’istituzione fondata dai paesi BRICS nel 2014 – Lula ha affermato che i membri del blocco (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) dovrebbero lavorare alla sostituzione del dollaro, precisando che “ogni notte mi chiedo perché tutti i paesi debbano basare il loro commercio sul dollaro; perché non possiamo fare trading in base alle nostre valute?”.
Ma non c’è solo il bastone. Anche un po’ di carota. Il leader sudamericano ha poi precisato di voler migliorare le relazioni con gli Stati Uniti, salvo poi tornare ad auspicare di riuscire a “riunire i Paesi che perseguono la pace”. Washington non è nella lista (immaginata da Lula).