Alle radici delle recenti tensioni internazionali vi sarebbero gli imponenti processi di centralizzazione dei capitali che hanno caratterizzato l’ultimo trentennio, e la sempre più marcata tendenza del fenomeno a travalicare i confini degli schieramenti geo-politici. A sostenerlo nel volume ‘La guerra capitalista’ sono gli autori Brancaccio, Giammetti e Lucarelli (2022), come evidenzia in una recensione al testo Salvatore D’Acunto.
Gli Stati usciti vincitori dalla competizione sui mercati globali (in particolare Cina, Paesi arabi e Russia) starebbero usando i saldi attivi in dollari accumulati negli anni scorsi per ‘scalare’ la proprietà dei capitali americani e il governo degli Stati Uniti starebbe reagendo a questa minaccia con una serie di restrizioni all’ingresso dei capitali stranieri nella proprietà dell’industria nazionale e con misure protezionistiche di politica commerciale.
Secondo il punto di vista degli autori – scrive D’Acunto - questo conflitto economico starebbe generando una spirale di ritorsioni a catena, moltiplicando in tal modo il rischio di veri e propri conflitti militari.