Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha annunciato l’avvio di una missione internazionale per salvaguardare la libera navigazione nel Mar Rosso, messa a repentaglio da una serie di attacchi missilistici e con droni da parte degli ḥūṯī (huthi) filo-iraniani dello Yemen.
Oltre alla prima economia al mondo, i paesi partecipanti alla “operazione Guardiano della prosperità” sono Canada, Norvegia, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Seychelles, e Bahrein. Il capo del Pentagono ha quindi precisato che i pattugliamenti congiunti avverranno precipuamente nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden: “Questa è una sfida internazionale che richiede un’azione collettiva”.
Eppure, tra i paesi coinvolti mancano proprio quelli più interessati alla preservazione delle rotte mercantili da e per il Medioceano; il riferimento è in particolare a Cina e India. L’iniziativa statunitense non deve dunque essere letta solo come gestione della libertà di navigazione per conto di tutti, né come mera mossa di contenimento dell’Iran. Bensì - suggerisce la testata Limes - come avvertimento ai Brics+: sono ancora gli Stati Uniti a gestire i traffici mondiali.