Lo statunitense David Malpass è stato ufficialmente nominato, all'unanimità, neo presidente della Banca Mondiale. Inizierà il suo incarico il 9 aprile e guiderà l'organizzazione per i prossimi 5 anni. La nomina è avvenuta a seguito delle improvvise dimissioni di Jim Yong Kim, sostituito ad interim dall'economista bulgara Kristalina Gergeva fino all'insediamento del nuovo presidente. Malpass è un alto funzionario, sottosegretario al Tesoro nell'amministrazione Trump, ed è stato consigliere economico durante la campagna elettorale del 2016 del tycoon.
Il 63enne del Michigan, da sempre republicano, è l'uomo che Trump ha voluto fortemente per rilanciare l'istituzione internazionale e permettere la migliore realizzazione del suo mandato: sconfiggere la povertà e sostenere nel loro sviluppo i Paesi più deboli.
Un compito difficile e i dubbi aumentano se si pensa che come capo economista di Bear Stearns al momento del suo crollo Malpass non si è accorto dell’arrivo della tempesta finanziaria del 2008. Da allora ha fatto strada nell’amministrazione pubblica e, in particolare, al Dipartimento del Tesoro statunitense. Tuttavia, non ha alcuna esperienza professionale significativa nei paesi in via di sviluppo (di cui invece si dovrà occupare) ed è apertamente scettico nei confronti dei vantaggi del multilateralismo - la vera ragion d'essere della Banca Mondiale. Tratti che alimentano ulteriori incertezze sulla nomina di Malpass, che aveva già denunciato le inefficienze dell'istituzione con sede a Washington e la necessità di un cambio di rotta.
D’altronde, gli Stati Uniti hanno selezionato tutti i 12 precedenti presidenti della World Bank, in virtù di un accordo informale con i governi europei dopo la Seconda Guerra Mondiale, secondo il quale agli Usa spetta la nomina del vertice della Banca Mondiale e all’Europa quello del Fondo Monetario Internazionale.