La Cina ha fatto saltare l'accordo con gli Usa. Secondo quanto riportato dalla Reuters, Pechino avrebbe fatto marcia indietro su quasi tutti i punti dell'intesa con gli Usa. Una retromarcia comunicata con un messaggio: modifiche sistematiche all'intesa di quasi 150 pagine, che avrebbero fatto saltare mesi di negoziati tra le prime due economie del mondo.
Ci sarebbe questo all'origine dello strappo del presidente Usa, che domenica a sorpresa ha annunciato l'aumento dei dazi dal 10 al 25% su 200 miliardi di dollari di beni importati da Pechino, con la minaccia rinnovata di colpire altri 350 miliardi di dollari di beni, come scarpe, abbigliamento, mobilio, giocattoli ed elettronica. E per mettere in chiaro il concetto, gli Usa hanno notificato ufficialmente l'aumento dei dazi dal 10% al 25% nei confronti di 200 miliardi di dollari di Made in China a partire da venerdì, pubblicandolo sul Federal Register, l'omologo della Gazzetta Ufficiale.
L'uscita di Trump ha sconvolto i mercati finanziari nelle sedute di questi giorni, innescando forti vendite sui listini. Ma in seguito alle rivelazioni della Reuters, l'accusa lanciata alla Cina dagli Usa sembra trovare le conferme dettagliate. Secondo l'agenzia, in ognuno dei sette capitoli della bozza di accordo Pechino ha cancellato i suoi impegni a cambiare leggi per risolvere le principali questioni che avevano portato gli Stati Uniti a una guerra a colpi di dazi. In gioco ci sono il furto di proprietà intellettuale e di segreti commerciali, trasferimenti forzati di tecnologia da parte di aziende americane a partner cinesi necessari per potere operare sul territorio della seconda economia al mondo, competizione, accesso ai servizi finanziari e manipolazione della valuta.