Emmanuel Macron avrebbe proposto all'Iran l'apertura di una linea di credito da 15 miliardi di dollari in cambio dello stop alla sua terza fase di disimpegno dall'accordo sul nucleare, che Teheran minaccia di avviare dal 6 settembre se i partner europei non offriranno gli incentivi richiesti per compensare le sanzioni Usa. Lo ha riferito il deputato conservatore Ali Motahari.
Macron avrebbe nel frattempo chiesto a Rouhani di tornare al pieno rispetto dell'intesa del 2015. Una delegazione iraniana si è recata il 2 settembre in Francia per nuovi colloqui focalizzati sugli strumenti di pagamento da impiegare in un'eventuale ripresa delle transazioni europee con Teheran.
“L'Iran - ha detto Rouhani - procederà con la successiva fase di disimpegno dalla storica intesa (da cui si sono già ritirati in modo unilaterale gli Usa, ndr) se gli attuali negoziati in corso con gli europei non daranno risultati entro il 5 settembre. Ma se comprano il nostro petrolio, saremmo davanti ad altre condizioni".
Rouhani ha poi lasciato una porta aperta anche agli Usa, spiegando che i colloqui con Washington potrebbero aver luogo nel formato "5 + 1", i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Russia) più la Germania, ovvero i sei paesi che avevano negoziato questo accordo.
In caso contrario, secondo il vice direttore dell'Organizzazione dell'Energia Atomica dell'Iran Behrouz Kamalvandi, il paese avrebbe la possibilità di riprendere il programma di arricchimento dell'uranio al 20% in due giorni.