I rapporti tra le due grandi potenze erano già tesi ma al vertice di Anchorage, in Alaska, le dichiarazioni di apertura prima dei colloqui diplomatici veri e propri si sono trasformate in un infuocato scambio di critiche e accuse che è durato quasi un’ora. I cinesi sono addirittura arrivati ad accusare gli statunitensi di non essere ospitali e di aver violato le regole del protocollo diplomatico. E tutto davanti alle telecamere: è stato mostrato in mondovisione il grado di deterioramento delle relazioni tra Washington e Pechino.
Le discussioni tra i capi della diplomazia statunitense e cinese nel vertice in Alaska sono state “dure e dirette”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan al termine dei due giorni di faccia a faccia.
Nonostante le tensioni, “siamo stati in grado di avere una conversazione molto franca nel corso di queste numerose ore di riunione su un ordine del giorno esaustivo”, gli ha fatto eco il segretario di Stato Anthony Blinken.
I responsabili cinesi hanno lasciato Anchorage senza fare dichiarazioni. “Cominciando l’incontro sapevamo che c’era un numero di questioni sulle quali siamo fondamentalmente in disaccordo - ha proseguito Blinken -. Non è una sorpresa che, avendo sollevato questi problemi in maniera chiara e diretta, abbiamo ricevuto una risposta difensiva”. Ma - ha assicurato – “su Iran, Corea del nord, Afghanistan e clima i nostri interessi coincidono. E su economia, commercio, tecnologia, abbiamo detto ai nostri omologhi che stiamo esaminando questi temi e che prenderemo le nostre decisioni in modo da proteggere pienamente e promuovere i nostri lavoratori e le nostre imprese.”
I primi colloqui tra Pechino e l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sono stati “schietti, costruttivi e disponibili”, ma “ci sono ancora alcune importanti differenze tra le due parti”. Lo ha detto l’alto diplomatico cinese Yang Jiechi.