Riuscire ad avere buoni rapporti simultaneamente con Russia, Cina e Stati occidentali. Di questi tempi, quale paese potrebbe fregiarsi di un codesto titolo? In effetti, uno c’è: si tratta del Kazakistan, che può vantare numerosi partner, nessuno dominante, tra i quali figura anche l’Italia, con la presenza nel paese orientale di progetti partenariali Eni. “Il Kazakistan è sempre stato un modello di politica estera multilaterale nello spazio post-sovietico”, sostiene Temur Umarov, consulente di ricerca al Carnegie Moscow Centre.
In termini di fatturato commerciale bilaterale, il principale partner del Kazakistan è da sempre la Russia. Nel 2020, l’interscambio tra questi due Paesi è stato pari a 18,2 miliardi di dollari, più del 21% del commercio totale del Kazakistan con il mondo, mentre quello con la Cina con 15,3 mld si attesta al secondo posto.
In totale, le forniture di materie prime, soprattutto petrolio, rappresentano oltre il 63% delle esportazioni totali del Kazakistan (sulla base dei dati 2020-2021). La maggior parte del petrolio kazako è destinata all’Italia (6,5 mld nel 2020), seguita da Paesi Bassi (2,5 mld), India (1,8 mld) e altri paesi europei, come Grecia e Spagna (rispettivamente, 1 e 1,6 mld).
Ma non c’è solo l’oro nero. Un’altra voce importante delle esportazioni di materie prime del Kazakistan è occupata dall’uranio naturale, con oltre 1,7 miliardi di dollari in totale per il 2020. Una risorsa destinata principalmente a due paesi: Cina (0,77 mld) e alla Russia (0,44 mld).