L’intervento dell’economista Emiliano Brancaccio su Rai Radio Uno.
Se usiamo la categoria dell’imperialismo, allora possiamo innanzitutto chiarire che la Russia non ha scuse nobili da accampare: questa è una guerra di aggressione imperialista della Russia, che a ben vedere serve gli interessi delle cosiddette oligarchie industriali e finanziarie russe di cui Putin è fedele interprete. Ma proprio perché usiamo la categoria dell’imperialismo, allora dobbiamo aggiungere che l’aggressione imperialista della Russia è il correlato logico del nostro imperialismo espansionista verso est, che è sempre stato in azione ed è concausa di questa guerra. Basti notare che soprattutto dalla rivolta filo-Ue che defenestrò il vecchio presidente filo-russo Janukovyc, l’Ucraina riceve ingenti prestiti dall’Occidente (Fmi, Bei, Mfa dell’Ue, ecc.) e indirettamente riesce così anche a finanziare crescenti contratti di fornitura e assistenza militare da parte dei paesi Nato. La conseguenza è un boom della spesa militare dell’Ucraina che dal 2014 al 2021 balza dall’1,5 a quasi al 4,5% del Pil, un aumento record a livello mondiale che porta la spesa assoluta a quasi dieci miliardi all’anno, un impegno militare pesantissimo per un paese economicamente molto debole come l’Ucraina. In sostanza, noi abbiamo prestato i nostri soldi agli ucraini anche per fargli comprare le nostre armi. Al punto che potremmo tecnicamente definire questa guerra una guerra ‘per procura’. Una guerra imperialista scatenata dalla Russia ma alla cui preparazione noi occidentali stiamo di fatto collaborando da anni.