Due grandi potenze che non hanno il coraggio di affrontarsi a viso aperto. E che usano altri territori, altri paesi, per sfidarsi codardamente a distanza. Eppure, due grandi paesi lo sono davvero da tanti punti di vista. Potrebbero contribuire positivamente alla resilienza, così dicono quelli bravi, del nostro Pianeta. E, invece, niente, siamo ancora qui con l’economia di guerra e con il celodurismo da bomba atomica: chi ce l’ha più lunga?
Mosca e Washington, in collaborazione con altri paesi, hanno angosciato il mondo per un secolo e continuano a farlo, chi illudendosi di esportare la democrazia e chi coltivando l’idea di un sistema alternativo al capitalismo senza però riuscirci. E se allora proprio non riuscite, voi superpotenze, ad essere costruttive perché non vi affrontate a viso aperto (e possibilmente a mani nude) come farebbero due adolescenti con il testosterone a mille?
Peraltro, nell’immaginario collettivo spesso si pensa che Stati Uniti e Russia siano due paesi profondamente distanti. E in molti hanno accusato, e accusano, in particolare la prima economia al mondo di ‘giocare’ alla guerra in territori profondamente distanti dagli Usa, aprendosi sì allo scontro ma in casa d’altri. L’Europa è tornata così ad essere ancora una volta l’ombelico del mondo dei più nefasti comportamenti umani.
Eppure, se da un lato è vero che Washington e Mosca sono divise da poco meno di 8 mila chilometri, dunque non poco, dall’altro l’estremo est della Federazione russa, il paese più esteso al mondo, e con precisione il Circondario della Cukotka (Siberia orientale), dista 83 km via mare dal punto più vicino alla costa dello Stato americano dell’Alaska.
In realtà, la distanza tra Stati Uniti e Russia è ancora più ridotta, appena 4 chilometri scarsi, se si prende in considerazione il fatto che in quel braccio di mare ci sono due isole, la Piccola Diomede che appartiene all’Alaska e la Grande Diomede che rientra nel territorio russo. Storicamente le due isole hanno rivestito un ruolo cruciale nei rapporto tra le due potenze, specialmente durante la Guerra Fredda. Una vicinanza che ora potrebbe tornare in auge. O forse no, la codardia potrebbe ancora una volta prevalere.
Forse meglio così, chissà, visto che l’arsenale di circa seimila bombe nucleari ciascuno fa paura al resto del mondo anche da lontano. E allora torna alla mente il cantautore (e poeta) Lucio Dalla che sulle note di ‘Futura’ citava “i russi, i russi, gli americani...”, immaginando che l’incontro d'amore raccontato nel brano non sia più ambientato nella Guerra Fredda ma sotto le bombe in Ucraina. Ma visto il calibro dei personaggi in gioco, la speranza di veder trasformate le bombe in baci è destinata a restare una pia illusione.