"La mia banca mi ha detto di smettere di vendere cannabis o dovrò chiudere il mio conto con la loro banca", dice Riviera, che poco dopo ha smesso di vendere cannabis. Il problema è che gli istituti di credito del paese sudamericano fanno affidamento su partnership per le loro transazioni internazionali con banche statunitensi, che sembrano non accettare il business della cannabis. E ricorda quanto Washington sia in grado attraverso il canale finanziario di controllare l’economia di Montevideo.
Le farmacie sono gli unici esercizi autorizzati a vendere marijuana ricreativa in Uruguay ma - in parte a causa delle restrizioni imposte alle banche – soltanto 17 hanno le bustine di erba in un paese di 3,5 milioni di persone. Il sistema è strettamente controllato. I clienti devono registrarsi e possono acquistare 10 grammi a settimana.
Tuttavia, se l’obiettivo era di eliminare il mercato illegale, le interminabili code all’esterno delle 17 farmacie suggeriscono che in quello legale l'offerta non soddisfa la domanda. È per questo che a breve si dovrebbe passare da 2 a 6-7 aziende autorizzate alla produzione. Resta il fatto che il vero business non è quello per uso ricreativo quanto quello medicinale, che ha margini di profitto ben più elevati e un numero crescente di nuovi potenziali mercati.