La Striscia di Gaza è un limbo di terra lungo 41 chilometri e largo 10, dove vivono circa 2,2 milioni di persone. Come già evidenziato da “quoted business” e da molti altri media successivamente al brutale attacco di Hamas del 7 ottobre, la Striscia è uno dei posti più popolati al mondo. A Gaza City la densità di abitanti per chilometro quadrato è di oltre 5mila unità, pochi rispetto agli oltre 20mila di Mumbai, la città più densamente abitata del mondo, ma tanti rispetto ad altre aree.
Dagli anni Ottanta in poi circa la metà della forza lavoro di Gaza svolge un’attività in Israele e in media percepisce un reddito pro capite circa quattro volte inferiore a quello degli israeliani. Un flusso che nel tempo si è ridotto principalmente per due motivi: da quando Hamas ha conquistato il potere a Gaza, Israele ha imposto l’assedio dell’enclave, proibendo, dopo lo scoppio dell’Intifada del 2000, le trasferte a circa 120.000 lavoratori palestinesi. A ciò si aggiunga la scelta di Israele (che da sempre esercita un controllo sulla Striscia, stabilendo chi e cosa possa entrare e uscire da Gaza) di ricorrere a manodopera orientale a basso costo piuttosto che a quella palestinese.
Il risultato è che nella Striscia la disoccupazione dilaga – si aggira attorno al 55 per cento - e si guadagna 10 volte meno di quello che si ottiene in Israele, cioè una miseria, visto che il salario di un pendolare palestinese all’interno di Israele varia da 300 a 400 shekel (ovvero la valuta israeliana), cioè dai 70 ai 110 euro al mese, mentre il suo salario a Gaza non supera i 30 shekel.
Ecco perché molti osservatori considerano la Striscia una prigione a cielo aperto, dove vivono circa 1,7 milioni di rifugiati registrati, pari a due terzi della popolazione totale. La maggior parte sono discendenti dei 250.000 palestinesi che furono cacciati dalla loro terra verso l’enclave costiera durante la guerra arabo-israeliana del 1948, quando Israele fu creata. Complessivamente ci sono 68 campi profughi palestinesi, 58 dei quali sono stati istituiti nel 1948-1950. Di questi 8 sono a Gaza. Uno dei problemi è che Israele non considera i residenti palestinesi di Gaza dei rifugiati.