Le aziende africane sono sempre più alla ricerca di partner europei per produrre, trasferire tecnologia e condividere valore aggiunto. C'è un mercato che comincia ora a spingere e un altro, quello cinese, che si sta installando anche in Nordafrica per rifornire più rapidamente, e con minor costi, i mercati europei. È la valutazione di Jean-Louis Guigou, Presidente dell'Instituto sulle prospettive economiche nell’area mediterranea.
La vera chiave di volta, secondo Guigou, è l’Egitto che può puntare su tre hub. Il primo è il gas, grazie alla scoperta del giacimento offshore che consentirà al paese di superare in dieci anni la produzione del Qatar. Il secondo sono i trasporti con la ristrutturazione del Canale di Suez, che farà diventare l'Egitto un paese dove trasformare le materie prime. Il terzo hub è la partecipazione all'Area africana di libero scambio tripartita, che conta 650 milioni di abitanti e attirerà l’attenzione delle industrie europee.
Il libero scambio come lo abbiamo conosciuto fino ad ora ha fatto il suo tempo. La globalizzazione comincia a mostrare i suoi limiti strutturali. Il futuro è la regionalizzazione, ovvero continenti o gruppi di paesi, la cui regolamentazione appare più realistica.
L’altra tendenza che vede “favorita” l’Africa è la previsione di alcuni economisti secondo i quali, nei prossimi quindici-venti anni, il commercio sud-sud si svilupperà, mentre gli scambi nord-sud si stabilizzeranno e quelli nord-nord diminuiranno.