La guerra in Ucraina rischia di mandare ko un intero continente. I paesi africani potrebbero essere colpiti duramente dalla limitazione delle importazioni di grano. Secondo l’Istituto tedesco di Kiel per l’economia mondiale (Ifw), in molti Stati il rincaro dei beni di prima necessità inizia a farsi sentire. Nel continente africano, che conta una popolazione complessiva di circa 1,2 miliardi di persone, ben 465 milioni vivono sotto la soglia di povertà.
Una situazione, già drammatica, che rischia ora di esacerbarsi con l’attuale crisi internazionale. Tra i paesi più colpiti potrebbe esserci la Tunisia, dove le importazioni totali di grano del Paese potrebbero diminuire di oltre il 15%. L’Egitto potrebbe importarne il 17% in meno, mentre il Sudafrica il 7% in meno. Paesi, questi, che hanno economie ben più solide rispetto alla stragrande maggioranza di quelli africani.
Alcuni paesi cercano di mettere in atto politiche che possano salvaguardare le riserve interne e aumentare la produzione domestica. L’Etiopia, ad esempio, ha annunciato un piano per aumentare fino a 400 mila ettari, rispetto agli attuali 160 mila, la superficie dedicata alla coltivazione di grano estivo. L’obiettivo è raggiungere l’autosufficienza e diventare un esportatore netto di cereali. Già oggi Addis Abeba è uno dei primi tre produttori di grano in Africa insieme a Egitto e Marocco.
Tutto ciò, inoltre, si scontra con la precarietà endemica dell’Africa dal punto di vista alimentare. Secondo l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, oltre 27 milioni di persone, circa un quarto della popolazione della Repubblica democratica del Congo, si trova ad affrontare una grave insicurezza alimentare, iniziata ancora prima della crisi ucraina. Qui solo il 4% delle terre coltivabili è sfruttato. E ciò capita, in particolare, in quegli Stati ricchi di materie prime, i cui proventi generati dall’export vengono redistribuiti in minima parte, tantomeno nell’autosufficienza alimentare.
Si tratta di una situazione che, evidentemente, non è causata dalla guerra ucraina, che tuttavia funge da acceleratore per un sistema già in crisi. La Banca africana di Sviluppo stima che le importazioni alimentari – prima della pandemia raggiungevano i 35 miliardi di dollari all’anno – nel 2025 raggiungeranno i 110 miliardi. Così l’Africa rischia di soffocare.