In un anno alla Casa Bianca ne ha già dato prova più volte: Trump è un giocatore d'azzardo, per il quale è più importante sfoggiare un potere quasi assoluto piuttosto che curarsi degli esiti delle sue prove di forza.
Alzare pesantemente le tariffe sull’acciaio e l'alluminio potrebbe rivelarsi infatti un harakiri per la politica commerciale americana, ma a Trump interessa dimostrare di poter rompere regole commerciali ultradecennali che, a suo dire, hanno imbrigliato gli USA e causato un enorme deficit commerciale.
I dazi sui metalli servono inoltre a Trump per alzare la posta e sfidare l’Ue su un terreno molto più delicato per gli europei. Se Bruxelles infatti osasse rispondere con ritorsioni alle tariffe Usa sull’acciaio Trump è pronto alla bomba: super-dazi sulle auto europee, il che in sostanza vuol dire sulle auto tedesche.
Il presidente degli Stati Uniti, come è noto, ha in odio il gigantesco surplus commerciale di Berlino, 250 miliardi di euro, ed è a quel cuore ricco a cui in realtà mira. Se così succedesse si creerebbero danni colossali su entrambe le sponde dell'Atlantico, soprattutto in Europa perché il pulsante commerciale più grosso ce l’ha indubbiamente la Casa Bianca.
Ecco perché è fondamentale che l’Europa non si faccia travolgere dal dolce piacere dell’immediata rappresaglia, pur comprensibile e giusta, e invece giochi in un modo che possa spiazzare Trump. E cioè al ribasso: niente ritorsioni ma, al contrario, l’offerta di più basse tariffe sulle auto americane, che sono al 10%, a fronte del 2,5 che grava su quelle europee negli Stati Uniti. Trump si atteggerebbe a vincitore del braccio di ferro e anche di fronte a questo atto di superbia gli europei dovrebbero assistere in silenzio, felici per aver smontato l’escalation trumpiana.
Quale europeo può guidare questa strategia? Angela Merkel, primo perché sarebbe la Germania e la sua industria automobilistica la vera sconfitta in caso di guerra commerciale conclamata. Secondo perché nessuno meglio di lei, abituata a confrontarsi con gli egocentrici di tutto il pianeta, può ammorbidire un ego ipertrofico come quello di “The Donald”.