In un’immagine si vede lo scafista mentre picchia i migranti con una cintura, davanti ad alcuni volontari della nave “Vos Hestia”. In un altro scatto, ha in mano un tubo di ferro giallo, un giovane si ripara il volto. Poi, il trafficante di uomini sale pure lui a bordo dell’imbarcazione di “Save the children”. Un’altra immagine lo ritrae mentre cammina tranquillo nel porto di Reggio Calabria: indossa una maglietta bianca, nessuno l’ha denunciato. Le foto scattate da un agente sotto copertura, che nel 2017 ha finto di essere un volontario, sono diventate per la procura di Trapani un atto d’accusa contro alcune Ong.
Pesanti le contestazioni: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso, mosse anche nei confronti di “Medici senza frontiere” e “Jungend Rettet”.
Nell’estate di quattro anni fa, salvarono migliaia di vite umane, come ribadisce oggi “Save the children” per respingere le contestazioni dei pm, ma adesso quelle foto e anche le voci registrate dall’agente “infiltrato” diventano un caso.
Nei giorni scorsi, la procura di Trapani ha chiuso l’indagine nei confronti di 21 persone che operarono fra il 2016 e il 2017 a bordo non solo di “Vos Hestia”, ma anche di “Vos Prudence” e Iuventa. In altre foto, scattate dall’agente sotto copertura il 18 giugno 2017, si vedono tre scafisti mentre si avvicinano ai volontari di “Vos Hestia”, smontano il motore dal gommone dei migranti e vanno via. Lo stesso giorno, un operatore di nave “Iuventa” riporta verso le coste libiche tre barchini. Il 26 giugno tre uomini su un potente gommone affiancano “Vos Hestia”: annunciano l’arrivo di un altro carico di migranti.