In Libia il conflitto è a un punto di svolta: l’esercito del governo di Tripoli ha circondato Tarhuna, un centro cruciale tenuto dalla milizia di Khalifa Haftar, e si prepara all’assalto finale.
Ma nel frattempo il generale di Bengasi sta ricevendo in extremis nuovi rinforzi e nuove armi per provare a fermare le sconfitte che ha subito nelle ultime settimane.
E su questo punto l’inviata dell’Onu Stephanie Williams ha lanciato un chiaro allarme: “La Libia sta diventando un campo di sperimentazione per nuovi sistemi d’arma”.
Violando l’embargo delle Nazioni Unite, stanno arrivando armi che ancora non erano state sperimentate in Libia. Tra queste, “ci sono nuovi droni, incluso un tipo che sostanzialmente è un drone-sucida che esplode al suo impatto a terra”, ha aggiunto Williams.
La scorsa settimana il “Governo di Accordo Nazionale” di Tripoli, guidato da Fayez al-Sarraj e sostenuto dall’Onu, ha anche lanciato un’inchiesta su un possibile uso di armi chimiche da parte della milizia di Haftar attorno a Tripoli.