Almeno 6.000 persone hanno perso la vita e oltre 10.000 potrebbero essere disperse a causa del ciclone Daniel, che ha colpito ieri il nord-est della Libia. Lo ha dichiarato il capo del governo parallelo dell'Est, Osama Hammad, descrivendo come “catastrofica” la situazione nella città di Derna, la più colpita dalle piogge torrenziali che hanno spazzato via intere aree residenziali.
“Migliaia di persone sono disperse, interi quartieri sono scomparsi insieme ai loro residenti spazzati via dal mare”, ha detto Hammad. Le precipitazioni hanno superato i 400 millilitri all’ora, una cifra mai registrata negli ultimi quattro decenni secondo il Centro meteorologico nazionale.
A Derna sono crollate due dighe liberando 33 milioni di metri cubi d’acqua. Il consigliere comunale di Derna Ahmed Amdur ha chiesto un intervento internazionale “urgente per salvare la città”.
Il crollo delle aree residenziali e il crollo di edifici e infrastrutture pubbliche e private ha provocato la chiusura delle vie di comunicazione terrestri, e Amdur ha chiesto l’apertura di un corridoio marittimo per assistere i residenti.
La Banca centrale libica ha annunciato la creazione di un comitato di crisi per coprire le esigenze di liquidità del governo orientale, delle banche commerciali e dei cittadini delle aree colpite.
Da parte sua, l’esecutivo parallelo, sostenuto dal parlamento e con sede a Bengasi, ha chiuso tutte le istituzioni pubbliche e le scuole - ad eccezione delle forze di sicurezza, del personale medico e dei professionisti essenziali - nella regione della Cirenaica che la sua amministrazione controlla.