I talebani scoprono le carte. “La Cina ci finanzierà. Pechino è il nostro partner principale perché è disponibile a investire. Teniamo moltissimo alla Via della seta”. Con queste parole si è espresso Zabiullah Mujahid, portavoce dei talebani, in un’intervista rilasciata a Repubblica presso la sede del Ministero dell’informazione e della cultura a Kabul.
Intanto il nuovo esecutivo dei talebani in Afghanistan “senza alcun dubbio sarà un governo islamico. Qualunque sia la combinazione, che sia islamico è garantito”. Lo ha precisato Mujahid al canale in lingua inglese (Cgtn) del network statale cinese Cctv.
I talebani si apprestano inoltre a nominare il leader religioso Haibatullah Akhundzada come suprema autorità del paese asiatico. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali Akhundzada avrà un titolo simile a quello dell’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran. Mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore dei talebani, dovrebbe essere nominato alla guida delle operazioni giornaliere del governo.
C’è poi la questione ‘femminile’. Che le donne possano entrare a fare parte nel nuovo governo dei talebani è improbabile ma non escluso, quello che è certo è che non avranno “ruoli apicali”, ha precisato alla Bbc il vice capo dell’Ufficio politico dei talebani in Qatar.