Un flusso di migranti, che si sta ingrossando di giorno in giorno, cerca di attraversare il Darién Gap, fitta foresta pluviale, montuosa e paludosa che si estende su 25mila chilometri quadrati nello Stato di Panama, al confine con la Colombia a sud, con il Messico a nord.
Per la maggior parte arriverebbero dal Venezuela, Haiti, Ecuador e Colombia, e c'è anche qualche cinese e qualche afgano, tanti camerunensi e pakistani. Lo Stato di Panama parla di oltre 400mila migranti transitati nel corridoio della speranza solo nella giornata di mercoledì.
I conteggi sui movimenti migratori non sono semplici anche perché le autorità panamensi non sanno nemmeno quanti di questi migranti muoiono durante la traversata del Darién Gap, corridoio chiave per chi vuole scappare e andare in America, ribattezzato non a caso la Lampedusa americana.
Ostico da attraversare come il mar Mediterraneo, ma ancor più ostico per le sue caratteristiche orografiche, il Darièn Gap è infatti una regione montuosa e paludosa, piena di insidie come serpenti velenosi, paludi, giaguari e avvoltoi.
Lo Stato panamense a settembre aveva anche tentato di rallentare il fenomeno che è in mano alle Farc colombiane (Revolutionary Armed Forces of Colombia–People’s Army) ai grandi trafficanti di uomini, droga e armi, che si fanno la guerra fra bande e che controllano le entrate in questa foresta.
E l’unica misura anti immigrazione, che Panama ha varato lo scorso settembre, è stata una stretta sugli stessi migranti, catturati e ricollocati in centri che da noi si definirebbero di accoglienza.