Gli Stati Uniti e il Messico hanno raggiunto un accordo preliminare per riscrivere alcune parti fondamentali del North American Free Trade Agreement (Nafta), siglato 24 anni fa. Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump.
Al centro della nuova intesa ci sono ancora le auto: almeno il 75% delle parti di ciascuna vettura dovrà essere prodotto negli Stati Uniti o in Messico, rispetto alla soglia Nafta del 62,5%. L’obiettivo è ridurre le importazioni di componenti dall’Asia e aumentare l'occupazione nel comparto automotive nel Centro-Nord America.
Altri due punti nodali dell’intesa, che sarà valida per 16 anni e potrà essere rivista ogni 6, riguardano agricoltura, acciaio, alluminio, vetro e plastica. Il Messico si è anche impegnato ad aderire agli standard internazionali previsti dall'Organizzazione internazionale del lavoro. In particolare, tra il 40 e il 45% di ogni auto dovrà essere realizzato da lavoratori retribuiti almeno 16 dollari l'ora. Lo scopo di Washington è far salire i salari.
L’accordo tra i due Stati al momento non include il Canada, che è parte del Nafta ma non ha partecipato agli incontri negoziali delle ultime settimane a Washington. A questo punto Justin Trudeau non sembra avere molte alternative a quella di trovare un’intesa con Trump se vuole mantenere Ottawa all’interno dell’accordo firmato nel 1994.
Lo scenario alternativo è quello di un accordo separato. Ma in questo caso Trump avrebbe bisogno di raggiungere una soglia di voto più elevata al Congresso per ottenere l’approvazione. Infatti, per il Nafta sono previste procedure accelerate.
La Casa Bianca potrebbe però aver deciso che è il momento di stemperare le tensioni con i partner più stretti, ovvero Messico, Canada e Ue. Con Bruxelles ha già raggiunto una tregua, anche se lo spettro di nuovi dazi sulle auto importate dall’Europa resta ancora vivo.