Le importazioni messicane di mais brasiliano sono aumentate di 10 volte nel 2017. Il motivo non è economico o finanziario, bensì politico: il timore che la rottura del Nafta causata da Trump possa ridurre o persino interrompere il rapporto commerciale sui cereali tra Messico e Usa.
Il Messico ha importato un totale di oltre 583mila tonnellate di mais brasiliano lo scorso anno che si traduce in un salto del 970% rispetto al 2016. "Abbiamo acquistato dal Brasile per due motivi - ha dichiarato Edmundo Miranda, direttore commerciale di Grupo Gramosa, uno dei principali player messicani nel settore dei cereali - Uno, perché è competitivo. Due, per verificare la possibilità che i mercati brasiliano e argentino sostituiscano quello statunitense in caso di rottura del Nafta”.
Al contempo anche le esportazioni Usa di mais verso il Messico sono aumentate (+6,6% che corrisponde a 14,7 milioni di tonnellate), nonostante il rapido aumento del flusso dal Brasile. L’apparente contraddizione è spiegata dal bisogno del Messico di importare quantità record nel 2017 a causa di una grave siccità.
Ciò che invece appare evidente è la volontà di Trump di cancellare il Nafta se non sarà possibile negoziare condizioni commerciali con il Messico e il Canada più favorevoli agli Stati Uniti. Le carte saranno svelate durante il prossimo round di colloqui programmato nel mese di febbraio.
La fine del NAFTA, oltre che il ritorno di pesanti dazi commerciali, potrebbe accelerare l'ascesa del Brasile. E questo preoccupa gli agricoltori statunitensi per le ripercussioni a lungo termine della perdita di quote di mercato. Che sarebbe poi arduo riconquistare.