Mosca paga il taglio delle forniture all’Europa e la vendita scontata del greggio. I ricavi energetici della Russia toccano, infatti, il minimo da 14 mesi scendendo ad agosto a 671,9 miliardi di rubli (11 miliardi di euro, -13% su luglio e -3,4% sul 2021), con le sanzioni dell’Occidente che fanno sentire i loro effetti ed impediscono a Mosca di beneficiare appieno del rialzo dei prezzi.
La causa della riduzione - spiega Bloomberg citando i dati del ministero delle Finanze russo - è da attribuire agli sconti che Mosca è costretta ad applicare al petrolio venduto sui mercati asiatici, dove dirotta il greggio che i suoi tradizionali clienti occidentali non vogliono più.
A ciò si aggiunge il calo dei ricavi per la vendita del gas, determinata dal taglio delle forniture all’Europa.