Nelle Considerazioni finali alla Relazione annuale del 2011, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi sosteneva: “La durata stimata dei processi civili ordinari in primo grado supera i 1.000 giorni e colloca l’Italia al 157° posto su 183 paesi nelle graduatorie stilate dalla Banca Mondiale. Le nostre stime indicano che la perdita annua di prodotto attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a un punto percentuale”, pari oggi a circa 18 miliardi.
Dal 2011 la situazione non è cambiata sostanzialmente. Nel 2019, gli esperti della Banca Mondiale stimano che in Italia occorrono ancora 1.120 giorni per recuperare un credito commerciale collocando il nostro paese al 111° posto su 190 (il miglioramento nella classifica generale rispetto al 2011 è dovuto principalmente a un cambiamento dei criteri di calcolo). Mentre la Spagna registra 510 giorni e la Germania 499.
“Tutti gli ultimi governi hanno commesso l’errore di non considerare la gravissima inefficienza della giustizia civile come un’emergenza nazionale che ha forti ripercussioni negative sull’economia”, spiega Leonardo D’Urso su lavoce.info. Vincenzo Pezone, economista della Goethe University, stima che una riduzione di solo il 10% della durata dei processi civili in Italia potrebbe spingere le imprese ad aumentare la forza lavoro dal 2,9 al 3,6%. Pezone inoltre stima che 1/4 del gap della disoccupazione tra Nord e Sud deriva dall’inefficienza della giustizia civile nelle due aree del paese.