I dati più recenti (riferiti al 2015) testimoniano che la spesa pubblica per asili nido ammontava allo 0,08% del Pil, una delle cifre più basse in Europa. Eppure, oggi in Italia il 37% dei bambini nella fascia di età 0-36 mesi usufruisce di servizi di asilo nido, sia esso privato o pubblico.
Francesco Figari e Mariacristina Rossi si sono chiesti quanto costerebbe l’universalità e la gratuità dell’asilo nido per i bambini nel secondo e terzo anno di vita. “Partendo dalla cifra di 6.320 euro annui come costo medio per bambino, e considerando la platea dei bambini dai 12 ai 36 mesi (circa 870 mila) – spiegano - il totale complessivo sarebbe di 5,5 miliardi, al lordo della spesa corrente già allocata pari a 1 miliardo e 400 milioni nel 2017. Se consideriamo uno scenario più realistico, nel quale universalità e gratuità sono garantite per il terzo anno di età, mentre per il secondo anno di vita la gratuità è riservata soltanto ai figli di genitori entrambi occupati (o in cerca di occupazione), avremmo un costo lordo a carico dello stato di 4 mld.”
La riduzione della retta dell’asilo nido determina un maggiore salario netto a disposizione delle famiglie in cui i genitori lavorano. “Considerando inelastica l’offerta di lavoro dei padri – aggiungono - è riconosciuto che l’offerta di lavoro femminile è reattiva al prezzo della cura nei confronti dei bambini e, in misura molto minore, anche degli anziani. Pertanto, una drastica riduzione del costo della cura porterebbe ad aumentare l’offerta di lavoro. E se la maggiore partecipazione si trasformasse in occupazione effettiva, quella femminile complessiva aumenterebbe di circa 100 mila unità, ossia dell’1%.” Occorre tenere conto che questa analisi non considera il fatto che si renderebbe necessario un numero maggiore di insegnanti, oltre alla costruzione e messa a punto di nuovi locali adibiti al servizio di cura, innestando un circolo virtuoso di più alta occupazione. In più, ai benefici sul lato dell’occupazione e della crescita economica, si sommano quelli che i bambini ottengono dalla frequenza di un asilo nido, come ampiamente dimostrato in letteratura.