Mario Draghi porta in Consiglio dei ministri un Piano nazionale di ripresa e resilienza da 221,5 miliardi totali, di cui 191,5 riferibili al Recovery Fund e 30 mld per finanziare le opere “extra Recovery”. La spinta stimata alla crescita è di 3 punti di Pil nel 2026.
L’obiettivo, secondo le slide inviate dal ministro Daniele Franco ai colleghi ministri, è non solo “riparare i danni della pandemia” ma affrontare anche “debolezze strutturali” dell’economia italiana. Il grosso del piano è definito: include 135 linee di investimento. E l’impianto “non cambierà”, sottolineano dal governo, di fronte alla mole di richieste che emerge dai partiti.
Draghi ascolterà le proposte che verranno messe sul tavolo, ma il Piano nell’impianto non è destinato a cambiare. Il via libera arriverà solo dopo un secondo Consiglio dei ministri, che si svolgerà a metà della prossima settimana, dopo l’informativa che il premier svolgerà lunedì e martedì alle Camere.
Ci sono per la digitalizzazione 42,5 miliardi; per il ‘green’ 57 mld; per infrastrutture 25,3 mld; per istruzione e ricerca 31,9 mld; per inclusione e coesione con 19,1 mld; per la salute con 15,6 mld.