Un dialogo tra il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani e Michael Spence, Premio Nobel per l’economia nel 2001, insieme a Joseph E. Stiglitz e George A. Akerlof. Dipendenza energetica e crescita economica sono stati i temi al centro dell’incontro al Festival dell’economia di Torino. “Concordo, ma questa decisione ci farà un po’ male (il riferimento è alle sanzioni europee sul petrolio russo, ndr), meno di un intervento rapido sul gas naturale. Dovremo sostituire i condotti con forniture nazionali, l’infrastruttura non esiste. Sono più pessimista rispetto alla Banca centrale europea. Credo che entreremo in recessione in Europa, i rischi stanno crescendo”, ha spiegato Spence.
Un’opinione condivisa da Cingolani: “Siamo già in recessione da un certo punto di vista - ha detto il ministro -. E stiamo rallentando per quello che riguarda la transizione ecologica (non si capisce qui se il ministro si stia inconsciamente autoaccusando visto che il dicastero dai lui guidato è denominato ‘ministero della Transizione ecologica’; inoltre, il Pnrr italiano destina alla transizione ecologica il 37,5% dei fondi, la percentuale più bassa nell’Ue dopo la Lettonia, ndr). Dobbiamo imparare la lezione. Avremmo dovuto avere una visione più chiara, avremmo dovuto essere più intelligenti nel gestire il nostro mix energetico. È ora di cambiare. Abbiamo bisogno in futuro di energie verdi, rinnovabili. Ed è il momento di investire altrimenti arriveremo al 2030 senza avere le tecnologie per contrastare il cambiamento climatico”.
La sfida ora - secondo il ministro - sta nel “ridurre le ineguaglianze globali e raddrizzare il mercato, non dimentichiamo che l’energia è la materia prima più importante”. Un obiettivo che l’Italia e l’Europa non possono raggiungere da sole: “Durante la crisi del Covid ci hanno detto che per sviluppare un vaccino ci volevano 8-10 anni - ha ricordato Cingolani - ma abbiamo collaborato tutti e in 8 mesi abbiamo sviluppato un vaccino. Per l’energia serve la stessa alleanza globale”. Per il ministro la soluzione è la fusione nucleare.