L'Italia migliora, ma restano rilevanti punti di debolezza e, soprattutto, rimane significativa la distanza dai principali partner europei. È la sintesi del rapporto Istat “Noi Italia”.
La crescita dell’occupazione (dal punto di vista quantitativo) c’è stata, ma la distanza dal tasso europeo si mantiene elevata (oltre nove punti percentuali) e l’Italia si colloca al terzultimo posto della graduatoria decrescente europea.
Nel 2016, con il 12% degli oltre 511 milioni di abitanti dell’Ue, l'Italia si conferma il quarto paese europeo per importanza demografica dopo Germania, Francia e Regno Unito.
All'inizio del 2017 risiedono in Italia oltre 5 milioni di cittadini stranieri (0,4% in più rispetto all'anno precedente) che rappresentano l'8,3%, ovvero un dato superiore a quello rilevato in Francia (6,6%) e inferiore a quelli osservati in Gran Bretagna (8,6%), Spagna (9,5%) e Germania (10,5%).
La spesa pubblica per l’istruzione nel 2015 incide sul Pil per il 4% a livello nazionale, valore più basso di quello medio europeo (4,9%) tanto che l’Italia occupa il terzultimo posto insieme alla Bulgaria.
Nel 2016 la quota dei consumi finali sul Pil si riduce leggermente (79,6%), ma si mantiene più elevata rispetto alla media dei 28 paesi Ue (76,3%). La quota degli investimenti sale al 17,1%, confermandosi inferiore alla media europea (19,8%).
La spesa per la protezione sociale nel 2016 è stata pari al 29,7% del Pil. Si tratta di valori superiori alla media dell’Ue sia in termini pro capite sia di quota sul Pil (27,2% per l’Ue).
Nel 2015 la spesa sanitaria pubblica si attesta intorno ai 2.500 dollari pro capite a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e dei 4.000 in Germania. A livello locale, Trento stacca la Campania di 3 anni per quanto riguarda la speranza di vita.
La quota di mercato sulle esportazioni mondiali di merci aumenta da 2,82% nel 2015 a 2,94% nel 2016. L’Italia si colloca, così, al quarto posto nella classifica europea.
Tra il 2010 e il 2016 la produttività del lavoro è aumentata dello 0,8%, un ritmo decisamente inferiore a quello medio europeo (+6,1%) e dei principali paesi.
Nel 2015 la spesa per ricerca e sviluppo aumenta in termini sia nominali sia reali e si stabilizza in rapporto al Pil (1,34%). L’unico problema è che la media europea è pari al 2,03%.
La dimensione media delle imprese (3,9 addetti) è notevolmente inferiore al valore medio europeo (5,9) e superiore solo a quello di Grecia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Portogallo.