Gli investimenti diretti esteri (Ide) delle aziende tedesche in Cina hanno raggiunto nel 2023 il record di quasi 12 miliardi di euro, secondo un rapporto dell’Istituto tedesco IW.
Con ciò la prima economia europea dimostra la volontà di espandersi nella seconda economia mondiale, anche se l’Unione Europea sta intensificando il controllo di questi investimenti, a causa delle tensioni geopolitiche in atto.
La quota degli investimenti in Cina sul totale degli Ide tedeschi all’estero è salita al 10,3 per cento lo scorso anno, il valore più alto dal 2014.
In pratica, Volkswagen e Basf, tra le altre, riducono la presenza sul mercato tedesco, aumentando i posti di lavoro, la ricerca e lo sviluppo nel gigante asiatico.
Solo dal 2021 al 2023, le aziende tedesche nel loro complesso hanno investito in Cina tanto nuovo denaro quanto nei sei anni dal 2015 al 2020.
Inoltre, non vi è alcuna prova di diversificazione: gli Ide tedeschi verso l’Asia giungono perlopiù in Cina. E sono finanziati esclusivamente con i profitti lì generati.
Dall’analisi dell’istituto IW emerge un altro elemento significativo: le aziende tedesche che aumentano gli Ide in Cina sono quelle grandi; al contrario, le imprese di medie dimensioni già da alcuni anni stanno riducendo il loro impegno nella seconda economia globale.
Il tutto, dato ancor più esplicativo, avviene in un contesto che vede gli Ide complessivi della Germania ridursi. Berlino, in pratica, investe meno all’estero e concentra i flussi verso la Cina.