La Banca Mondiale ha rivisto le previsioni sull'economia globale per il 2018. A motivare tale scelta le performance, migliori rispetto alle previsioni, mostrate lo scorso anno da Stati Uniti, Cina, zona euro e Giappone.
Tra le principali economie in via di sviluppo, soltanto l'India ha registrato risultati meno positivi di quanto previsto la scorsa estate, con una crescita del 6,7 per cento nel 2017 e 7,3 nel 2018, mettendo a segno un downgrade, rispettivamente, dello 0,5 e 0,2.
La ripresa del Pil, tuttavia, c’è (3,1 per cento nel 2018), ma i Paesi sono ora esposti verso il crescente aumento dei prezzi: “Ci potrebbe essere un'inflazione più rapida del previsto, il che significherebbe anche un aumento dei tassi d'interesse più veloce rispetto alle stime".
La BM ha ammesso che le previsioni sono soggette a "sostanziali rischi al ribasso. Tra questi, un eventuale crisi finanziaria, l’aumento del protezionismo e le tensioni geopolitiche”.
E, poi, la sterzata finale: "L'attenzione dovrebbe ora concentrarsi sulle politiche strutturali necessarie per aumentare la produttività e gli standard di qualità della vita nel lungo periodo”.