Nella corsa al vaccino la casa farmaceutica francese Sanofi ha stretto un accordo preliminare con Washington, spiegando che “gli Usa hanno investito di più”. Il presidente Macron reagisce: “Il vaccino deve essere sottratto alla legge del mercato”. Anche per la Commissione Europea: “Si tratta di un bene pubblico. Il suo accesso sarà equo e universale”.
Ma Sanofi ha rilanciato. I vaccini andranno anche all’Europa, se sarà “altrettanto efficace” nel finanziare gli studi necessari. “In questo periodo gli Stati Uniti sono efficaci - ha spiegato il presidente Olivier Bogillot - e anche l’Ue deve esserlo altrettanto, aiutandoci a mettere a disposizione molto rapidamente il vaccino”. Comuqnue alla fine, ha detto, “ci saranno dosi sufficienti per tutti”.
Le dosi, in realtà, non saranno sufficienti per tutti. E chi prima otterrà l’immunizzazione, prima potrà riaprire la propria economia. Pechino sembra in testa alla gara. Per il presidente Usa Trump si tratterebbe di uno scenario pre-elettorale decisamente negativo.
Intanto cominciano a far sentire la loro voce anche altri paesi. “Vogliamo un vaccino di tutti. Non possiamo permetterci monopoli, cruda competizione o miope nazionalismo”. È parte del contenuto dell’appello di 140 leader del mondo. I firmatari vengono soprattutto da Paesi in via di sviluppo.