Nell’aggiornamento del World economic outlook, il Fondo monetario internazionale aumenta di 0,3 punti percentuali (rispetto a ottobre) al +5,5% la crescita globale del 2021.
Tra le economie avanzate, Stati Uniti (+5,1%, due punti percentuali sopra la stima di ottobre) e Giappone (+3,1%, 0,8 punti di miglioramento) dovrebbero recuperare i livelli di attività di fine 2019 già nella seconda metà del 2021, mentre il Regno Unito arranca.
Considerando le altre economie, la Cina rappresenta un capitolo a parte: dopo il +2,3% con cui si dovrebbe esser chiuso il 2020, salirà dell’8,1% quest’anno e del 5,6% il prossimo.
Con una previsione di una crescita del Pil al 3%, l’economia italiana incassa un taglio di 2,2 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre e si allontana così dal +6% programmatico indicato dal governo nella Nota di aggiornamento al Def (+5,1% in termini tendenziali). L’Italia sarà la più lenta a ripartire tra le economie avanzate, che in media cresceranno del 4,3%. Germania (+3,5%), Francia (+5,5%) e Spagna (+5,9%). In generale l’Eurozona paga un prezzo alla ricaduta autunnale con un taglio delle stime per il 2021 di un punto al +4,2%.