Il Pil ha segnato nuovamente una crescita nel G20 nel quarto trimestre del 2020, ma a un ritmo nettamente più lento rispetto al precedente. Come indica l’Ocse, negli ultimi tre mesi dello scorso anno l’aumento è stato del 2,1% nel G20 dopo il +7,8% del terzo trimestre, che ha segnato l’avvio della ripresa dopo la caduta senza precedenti nella prima metà dell’anno per la crisi del Covid-19 (-3,2% nel primo trimestre seguito da -6,6%).
Tra le economie del G20, l’India con +7,9% anche nel quarto trimestre ha messo a segno il maggiore incremento dell’attività, dopo +23,7% nel precedente trimestre. Il Pil è rimasto in territorio positivo, sia pure in modo meno accentuato, anche in Messico (3,3%), Brasile (3,2%), Australia (3,1%), Indonesia (2,9%), Giappone e Arabia Saudita (2,8% entrambi i paesi), Cina (2,6%), Canada (2,3%), Turchia (1,7%), Sud Africa (1,5%), Corea (1,2%), Regno Unito e Stati Uniti (1% entrambi) e Germania (0,3%).
Per contro, il Pil ha accusato una contrazione in Italia (-1,9%) e Francia (-1,4%), dopo il +15,9% e il +18,5% rispettivamente segnati nel terzo trimestre.
Nel 2020 il Pil del G20 è diminuito in media del 3,3% e, su base annua, solo Cina (+2,3%) e Turchia (+1,8%) hanno registrato una crescita, mentre il Regno Unito accusa la flessione maggiore (-9,9%). La Germania ha registrato -4,9%, la Francia -8,1% e l’Italia -8,9%, mentre gli Usa sono a -3,5% e il Giappone a -4,9%. Ampie le flessioni anche in Messico (-8,2%) e Sud Africa (-7%).